di Ninni Raimondi 
19 Maggio 2023
 
Dall'Accampamento del cavaliere ...  
 
 
 
 
 
Un Sogno 
 
 
Stretto nella coperta dai colori del Tartan del Clan, ammira la lunga notte che, tra profumi di Nebbie dimenticate, scalda i pensieri rivolgendo un saluto ai Viandanti che qua' si accostano... 
 
E la luna inargenta le colline silenziose mentre, il silenzio, avvolge tutto come un manto regale Sono qui, accovacciato, ad annusare i profumi della notte con gli occhi fissi sul disco lontano, della compagna dei miei vagabondaggi. 
In silenzio si ergono i profumi della notte e odore dello stagno, aroma della terra ancora umida di pioggia mi avvolge. A tratti piccole luci danzano nell'aria, come scintille di un fuoco che non brucia: Lucciole, sì lucciole le chiamavo un tempo. 
 
Karen, la mia compagna, dorme accovacciata poco distante. Il suo pelo argenteo come la luna, scintilla leggermente smosso da uno zeffiro gentile. La accarezzo con lo sguardo e lei palpita nel sonno, allungandosi e accovacciandosi, come se avvertisse quella carezza. 
Le stelle scintillano in cielo disegnando costellazioni che non conosco, quasi come dei fori, incastonati dentro una coltre di velluto, Quei fori, chissà: Un tempo, forse, erano come il Sole che illumina la nostra caccia al mattino. 
 
E non abbiamo cuccioli perchè bastiamo a noi stessi. Mi avvicino osservandola mentre dorme.  Non fa freddo. Qui non fa mai freddo, o forse non lo percepiamo in questo mondo giovane fatto di colline fresche d'estate e tiepide d'inverno. Non abbiamo fuochi da bivacco. Cos'è il fuoco? Antichi ricordi che ne seguono ad altri. 
In un luogo lontano, un bagliore guizzante illumina i nostri occhi, come quando una quercia è colpita da un fulmine. 
 
Notte, Karen dorme e sogna. Sogna, forse, quel mondo stanco dal quale fuggimmo tanto tempo fa. 
E sogna una vita senza più speranza e fiducia nel domani. Vorrei allontanarla da quei sogni; vorrei distoglierla da ricordi che fanno male, mentre mi accosto sfiorandola delicatamente col muso. Ecco, si sveglia e mi guarda con i suoi grandi occhi gialli e pieni di inestinguibile amore. Poi si tira su e si accosta  con un uggiolio lieve, strofinandosi sulla mia spalla... 
 
Resisti, dolce Karen, esule come me in questo mondo giovane e ricco di nuove e tante  promesse... 
Adesso, osservo i suoi occhi e vedo altri occhi, altri giorni ed altri occhi, e nell'aria tersa umida di rugiada i suoi occhi sono fuochi dorati. Non ricordo il passato: l'ho cancellato dalla mente, l'ho obliato senza rimpianti.  E ricordare fa male, ed io ho smesso di ricordare da molto tempo, anche se, i sogni, mi portano indietro per brevi istanti... 
 
Fianco a fianco, camminiamo e le nostre narici fremono degli odori della natura. Poi  si ferma  puntando qualcosa celata nei cespugli.. Un guizzo ed una lepre scatta fuori. Con un balzo, Karen, la insegue con  sicurezza. Pochi istanti e poi torna da me tenendo con i denti il frutto della sua breve e fortunata caccia deponendolo davanti a me. Si china e mangia i bocconi migliori la imito dividendo il pasto palpitante e ancora caldo.  
 
Finquando riprendiamo il nostro vagabondaggio cullati da un vento leggero che arruffa leggermente il nostro manto. 
E si accuccia vicino a me mentre ritto sulle zampe anteriori e con la testa reclinata all'indietro ululo alla luna, un canto antico, ma sempre giovane.  Canto la gioia e l'amore; canto della caccia alla luce delle stelle;  canto della mia inseparabile compagna.  Canto, alla luna, un canto d'amore. Un canto antico che non invecchia mai. Le nostre voci si levano, forti e sicure, nel silenzio della notte mentre le stelle pian piano si spengono che, a poco a poco, assume i colori arancionati dell'alba... 
 
Notte dopo notte, la nostra vita. Inseparabili in questo mondo giovane dove, i ricordi lontani, sono banditi per sempre dalle nostre menti. In cielo un airone vola verso i monti merlettati di neve. Lanciamo un grido di sfida, quasi una risata, guardandoci negli occhi. 
 
Domani, riprendendo le nostre sembianze, ricorderemo quando eravamo lupi. 
Ricorderò l'odore del sangue caldo sulla sua pelle; il sapore della carne e la lussuria blasfema di questi cuori marchiati dalle tenebre, toccati da un bacio freddo, assetato e ansimante, come messaggeri di un amore animale, forte, dannato, immortale e felice! 
 
Urlate lupi alla luna! 
Annunciate che le lacrime di rubino saranno terse in questa dannazione eterna; In questo sorriso gelido, in questa perdizione di un abbraccio immortale. 
Anche tu regnerai con me! 
... 
 
Visibilmente emozionato, il Cavaliere svanisce tra le ombre della Tenda, svegliandosi dal sogno. Era un sogno?