di Ninni Raimondi 
 
 
 
 
"D'ora in avanti non vestirete più l'abito della clausura e cesserete di chiamarvi suor Maria Veronica. Per volere del re, tornerete a essere sua altezza reale, la principessa Costanza, futura erede al trono dei normanni.
Suor Veronica impallidì.  
Per un istante, cuore, cessò di battere nel petto 
 
Palermo 1185.  
Costanza ultima erede della dinastia normanna che guida il Regno di Sicilia, è costretta a rinnegare i voti monacali per assurgere al trono degli Hohenstaufen e sposare Enrico di Svevia, figlio dell’imperatore Federico Barbarossa.  
Un matrimonio dettato dalla ragion di Stato che dovrà essere coronato dal concepimento di un erede al trono.  
 
Enrico, però, si rivela un uomo gretto, rozzo, autoritario: in lui la bella e fragile Costanza trova un nemico dal quale guardarsi e non è il solo. 
Quando finalmente il figlio, tanto agognato, vede la luce la madre deve fare appello a tutto il suo coraggio per difenderlo dalle innumerevoli insidie che ne minacciano la sopravvivenza. 
L’amore materno le suggerisce la strada, ma la morte prematura abbandona il figlio di appena tre anni alla mercé degli innumerevoli nemici, come un agnello fra i lupi.  
Eppure il piccolo Federico riesce a sopravvivere, fra mille pericoli ed espedienti.  
 
Fino a quando, divenuto ragazzino, non è in grado egli stesso di sbarazzarsi dei suoi implacabili nemici. 
 
L'orgoglio indomito di una donna, Costanza, che ha segnato la storia e che lasciò, come eredità al mondo, uno dei più grandi sovrani di sempre: suo figlio, l'imperatore Federico II di Svevia.