A Mosca trovo uno spettacolo imprevisto. La grande potenza imperialista è una nazione in forte crisi economica. È comunque indispensabile visitare i musei, i teatri e le biblioteche di Mosca. Gli enormi edifici pubblici testimoniano un tempo di lontano e rinnovato splendore, ma hanno un aspetto ancora un po’ cupo. Chissà da quanto tempo non si eseguono opere di manutenzione.
La gente che incontro è pacifica, cordiale, colta, ma con evidenti problemi economici. La patina del passato visibile sugli edifici si scorge anche nell'abbigliamento. Gli abiti sono austeri e con colori non così vivi come siamo abituati da noi. Gli occhiali sono fatti con montature per noi fuori moda. Per le strade circolano auto che a noi sembrerebbero d’epoca. Quasi sembra che decine di anni fa ad un certo punto il tempo abbia smesso di scorrere. Anche le visioni dell’indigenza qui sono diverse e se possibile più desolanti. Certo i poveri non mancano da noi, nemmeno alle porte delle città più ricche, ma tra la neve ed il ghiaccio hanno un aspetto che difficilmente si dimentica.
Non sono mai riuscito a spiegarmi come si possa vivere a Mosca con quei prezzi così alti e gli stipendi in proporzione inversa. Pochi, per lo meno invisibili agli occhi di uno straniero, i negozi per gente normale, mentre tantissimi quelli per facoltosi. Lo stesso vale per gli alberghi. Se ne cerchi qualcuno con degli standard occidentali accettabili devi essere pronto a pagarlo come se fosse di lusso. Il target è esclusivamente lo straniero benestante. Tutto è tarato per la sua carta di credito ed i suoi gusti, perché rendono di più.
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